Da Boccioni a Martini

Alessandra Mercanzin
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Da Boccioni a Martini

E’ la più piccola delle due mostre che celebrano Ungaretti a Gorizia, simbolo di quella unione speciale lungo un confine che nei secoli ha cambiato più volte traiettoria, sconvolto dalle guerre in questo angolo d Italia e che nella capitale europea della cultura ritrova la sua espressione più alta di pace e condivisione. Racconta di una storia di resilienza e speranza che anche negli anni duri della grande guerra e fino alla seconda guerra mondiale, vede gli artisti che ruotavano intorno a quel mondo cosmopolita e libero rappresentato da Venezia, e quindi dalle Venezie, resistere con la loro arte ed espressività ad un mondo che intorno a loro stava crollando. La mostra da Boccioni a Martini, arte delle Venezie ai tempi di Ungaretti sul Cardo, a Monfalcone fino al 5 maggio alla Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone tra il Museo di Santa Chiara a Gorizia, è un ponte tra l’arte nuova di Boccioni appunto, raccontata al suo apice, e quindi nel secondo decennio del 900, quando il poeta si trovava sul Carso, come soldato e testimone di uno dei più crudi scenai bellici della prima guerra mondiale. Ma nel mondo dell’arte gli anni 10 sono soprattutto legate a Cà Pesaro, uno dei luoghi dell’avanguardia italiana. Anni in cui alle mostre dirette dal mitico Nino Barbantini, esponevano ed arrivavano autori di peso, come lo stesso Boccioni, o Felice Casorati, luogo d’incotnro per gli aryisti delle venezie, dal FvG i triestini Gino Parin e Edgardo Sambo Capplletto, e Guido Marussiga, anche lui di Trieste, che fu tra i capisaldi delle esposizioni a Cà Pesaro, con le sue sei partecipazioni e e due mostre del 1908 e 1913. Un affresco dell’epoca che ci astrae dal clima di guerra di quegli anni e insieme ci immerge nel contesto artistico del primo decennio del 900. Proprio nel 1910 Boccioni fu presente con una personale a Cà Pesanro, tre anni dopo la stessa ca pesaro ospiterà la pesonale di felice Casorati. A Monfalcone il viaggio in quegli anni è espresso in una cinquantina di opere, con alcuni grandi protagonisti come Gino Rossi e poi Umberto Moggioli, e i loro splendidi panorami delle colline asolane, Pio Semeghini, Aldo Voltolin e Nino Springolo. A Piano terra una sala dedicata ai ritratti, un’altra sala è invece dedicata ai paesaggi a Burano e nella laguna veneziana. Mentre un link importante con la mostra goriziana su Ungaretti è rappresentato dall’esposizione in un piccola teca nelle sale della galleria comunale della copia numero 1 de il porto sepolto, la prima raccolta di Poesie di Ungaretti, restaurata e per la prima volta prestata dalla Biblioteca Vincenzo Joppi di Udine.

PROVINCIA: GORIZIA

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